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2008     PINO PINGITORE / LUCE & MATERIA / 1988-2008  
 
 
 
 
 
  La mostra documenta gli ultimi vent'anni del lavoro di Pino Pingitore (Spezzano Sila, 1953), impegnato con la pittura, e più in generale con l'arte, fin dagli anni settanta.
Pino Pingitore vive e lavora a Catanzaro.

Durante il suo percorso, l'artista ha esplorato in modo profondo e personale quei linguaggi visivi che hanno stravolto i canoni estetici e mentali nel secolo scorso. La sua opera lo conferma interprete originale di quella crisi della rappresentazione che ha originato la rivoluzionaria nascita della cosiddetta – controversa - arte contemporanea.

Informale, astratta, concettuale, iperreale, materica, l'opera presente nell'excursus trasmette lo spirito essenziale del contemporaneo: l'affrancamento dell'opera da significati metafisici e ideologici; l'affermazione del puro fare artistico come oggetto e soggetto di ricerca e di espressione; l'utilizzo dell'arte come strumento di comunicazione etica; il raggiungimento di una astrazione rigorosa e matematica nella pittura; la costruzione di immagini fluide e atmosferiche che rimandano alla verità cosmica, luce & materia: l'oggetto principe della ricerca di Pino Pingitore, declinata nelle sue varie fasi creative.

Il punto di partenza sono gli anni '90 con gli Scrigni e le opere concettuali legni e specchi.

Gli Scrigni sono tele in cui la perdita del colore lascia libero spazio alla ricerca della luce con risultati caravaggeschi.

Nella serie dei legni l'opera diventa spazio di introspezione e interrogazione sul senso dell'esserci e sulle problematiche legate all'identità del singolo individuo, coinvolgendo spesso in un gioco di specchi lo stesso osservatore.

Si procede negli anni 2000 con la serie delle Pietre, dove l'interesse dell'artista è rivolto alla ricerca di una poetica legata più visceralmente al mondo culturale cui appartiene, e la tematica dell'identità del singolo è riproposta in relazione al territorio che lo circonda.

Il 2008 è la ripresa della pura pittura - dove l'artista torna a giocare indiscriminatamente, e senza alcuna inibizione, col colore tra espressioni di iperrealismo e astrazione totale: in un continuo andirivieni dove a volte l'immagine pittorica si riappropria con malcelata ironia e acre denuncia dell'immagine fotografica, e a volte rivive nella vanificazione liquida, a tratti gassosa, dell'immagine stessa, per giungere a delle scale temperate dove il rigore matematico restituisce un'immagine che rapisce lo sguardo dell'osservatore e lo trasporta dalla terra oltre l'atmosfera, là dove tutto è luce e materia.
 
 
 
 
 
 
     
 
     
 
     
 
     
 
     
 
 
 
         
   
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