PRAMANTHAARTE  
 
 
2020     CATÀGEIOS / L'ANTRO DELL'ARTISTA - LE OPERE E I GIORNI / SERRASTRETTA  
 
   
 
 

Rassegna artistica a Serrastretta a cura di Pramantha Arte

Catàgeios. L'antro dell'artista - Le opere e i giorni

PITTURA / SCULTURA / FOTOGRAFIA / VIDEO / INSTALLAZIONI / PERFORMANCE

La Biblioteca Comunale Luis Scalese di Serrastretta presenta Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni (Kαταγειος. Το λημέρι του καλλιτέχνη - Εργα και Ημέραι). Rassegna artistica a cura di Pramantha Arte contemporary art gallery

18 Gennaio / 28 Giugno 2020
Palazzo Pingitore
Serrastretta (CZ), Italia

La Biblioteca Comunale Luis Scalese - in collaborazione con Pramantha Arte contemporary art gallery, il Comune di Serrastretta e l’Associazione chitarristica Teresa De Rogatis - è lieta di annunciare che a partire dal 18 Gennaio, negli spazi di Palazzo Pingitore di Serrastretta avrà inizio una rassegna artistica organizzata da Pramantha Arte volta a presentare al pubblico di Serrastretta il progetto Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni (Kαταγειος. Το λημέρι του καλλιτέχνη - Εργα και Ημέραι), a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo.

La rassegna prevede sette appuntamenti espositivi della durata di due giorni ciascuno, che saranno accompagnati da momenti musicali curati dall’Associazione chitarristica Teresa De Rogatis e avranno cadenza mensile. L’obiettivo della rassegna è quello di presentare l’ultimo progetto artistico site specific realizzato da Pramantha, che, dallo scorso aprile 2019, ha visto artisti provenienti da tutta Europa confrontarsi attraverso la pittura, la scultura, l’installazione, la performance e la fotografia con uno spazio inconsueto, legato alle caratteristiche urbane dei vecchi centri abitati calabresi. Uno spazio che “in dialetto calabrese - afferma il curatore della mostra Colosimo - viene chiamato catuaiu: cioè un tradizionale seminterrato di un’antica casa collocata al centro di un paese tipicamente mediterraneo; una parola che trova la sua origine nel termine greco Catàgeios, che significa appunto sotterraneo. Uno spazio attualmente angusto, cupo, tetro, abbandonato, in un luogo dormiente e marginale, che in passato svolgeva un ruolo fondamentale nella vita della comunità in quanto luogo di botteghe artigiane, attività commerciali, ricovero per animali, deposito di vettovaglie, e altro, e che adesso assume una forte carica metaforica: rifugio, caverna, tana; ma anche fornace, alcova, utero”.

Il primo appuntamento - previsto per il prossimo Sabato 18 Gennaio, con inaugurazione alle ore 17.30 presso Palazzo Pingitore di Serrastretta - prevede una mostra collettiva di pittura, scultura, fotografia e video e sarà il saggio del programma con la presentazione dei 17 artisti protagonisti del progetto Catàgeios: Filippo ANDRONICO, Francesco Maria CABERLON, Aistė Gabrielė ČERNIŪTĖ, Alberto DAL BO’, Indrė ERCMONAITĖ, Ludmila KAZINKINA, Kristina KURILIONOK, Gabrielė LABANAUSKAITĖ, Marco MILONE, Auksė PETRULIENĖ, Salvatore PUJIA, Vidas POSKUS, Leo RAY, Eftichia TZANETOULAKOU, Amélie WALDBERG, Simona ŽILĖNAITĖ, Gilija ŽUKAUSKIENĖ. La mostra sarà presentata dal direttore del progetto Antonio Bruno Umberto Colosimo e dall’artista lituana Kristina Kurilionok.

Il programma proseguirà - scandito da mostre, installazioni e proiezioni - a Palazzo Pingitore di Serrastretta fino al 28 Giugno 2020. Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.pramantha.com e al numero 3281539434 (tel, SMS, Whatsapp, Telegram).

 
 
 
   
 
 
     
 
     
 
     
   
     
 
 
 
2020     CATÀGEIOS A SERRASTRETTA / FILIPPO ANDRONICO / SIMONA ŽILĖNAITĖ  
 
   
 
 

Rassegna artistica a Serrastretta a cura di Pramantha Arte

Catàgeios. L'antro dell'artista - Le opere e i giorni

PITTURA / SCULTURA / FOTOGRAFIA / VIDEO / INSTALLAZIONI / PERFORMANCE

8 / 9 Febbraio 2020
Filippo Andronico. Donna del Sud
Simona Žilėnaitė. Alla ricerca della casa perduta


Palazzo Pingitore, Serrastretta (CZ), Italia

Due artisti e due mostre personali per il secondo appuntamento espositivo della rassegna artistica “Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni” a Serrastretta.
Mostra personale dell’artista siciliano Filippo Andronico dal titolo Donna del Sud
Mostra personale dell’artista lituana Simona Žilėnaitė dal titolo Alla ricerca della casa perduta

La Biblioteca Comunale Luis Scalese di Serrastretta presenta
il secondo appuntamento espositivo della rassegna artistica Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni (Kαταγειος. Το λημέρι του καλλιτέχνη - Εργα και Ημέραι), a cura di Pramantha Arte.

“Tra pittura e scultura - scrivono i curatori - la mostra ripropone un saggio della produzione artistica di Filippo Andronico che, attraverso la sua dedizione alla figura femminile e la sua raffinata ricerca stilistica, restituisce un’opera carica di pathos e rigore. Un’opera in cui converge quella tensione di opposti che sta alla base dell’evoluzione del pensiero e dell’arte occidentale, e che nell’archetipo della donna trova la sua figurazione ottimale. Un’armoniosa e vitale doppiezza che nell’arte di Andronico appare irrisolta e, probabilmente, insolubile: l’anelito a uno stile formale, supremo e imperturbabile (incontra) si scontra con il calore, la sensualità e la materna corposità del principio mediterraneo.

La figurazione di Filippo Andronico oscilla magistralmente tra particolare e universale, tra  storico e metaforico. Nell’apparente ripetizione del soggetto raffigurato – la donna del sud - ogni opera vive di un’atmosfera unica e singolare dove - di volta in volta - la potenza vitale di eros espressa nelle movenze suadenti, nelle linee avvolgenti e nei colori sensuali, cede il posto al fragoroso silenzio e all’immobilità di figure che - in un classicismo assoluto – divengono paesaggi metafisici. E i due elementi si compenetrano: la donna mediterranea è dipinta nella calda e intima alcova di un interno familiare, oppure, sullo sfondo di un’apparente stasi marina, mentre il moto incessante e inquieto delle onde e del vento ne animano le vesti, i capelli, le posture, le carni.

Donna del Sud in Catàgeios ribadisce l’antico senso greco della bellezza e dell’eros, in un rapporto di reciproca implicanza tra la dimensione estetica, etica e conoscitiva dell’esistenza”.

“Dopo essersi laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Vilnius nel 2010 - dichiara il curatore Maria Rosaria Gallo -, nell’arco di qualche anno Simona Žilėnaitė ha maturato un percorso artistico che l’ha vista partecipare a numerose esposizioni e progetti nei Paesi Baltici, in Polonia, in Italia, fino alla consacrazione ufficiale con una mostra personale presso la galleria Pamenkalnio di Vilnius nel 2016, e l’ingresso nell’Associazione degli Artisti Lituani. Il suo mezzo espressivo è la pittura. Una pittura di forte intensità psicologica, carica di narrazione, umanità e mistero. Una figurazione cangiante che nella varietà dei soggetti e nelle sbavature delle superfici, si pone al limite di un’astrazione simbolica. Interni dai forti contrasti di luce si popolano di assenze/presenze affidate ai segni del tempo; giochi di ombre, pieghe e riflessi addensano atmosfere di scorci claustrofobici; opacità e trasparenze - affidate a leggere e usurate cortine - separano il dentro dal fuori, quasi in attesa di un illuminante responso. E ancora paesaggi, oggetti, natura e figure umane e animali, segnate dai medesimi laceranti contrasti”.

“Alla ricerca della casa perduta - dichiara l’artista - è un tentativo di trovare la mia casa; forse la mia casa interiore; forse il senso stesso delle cose. La mia identità, la mia forza. E questo attraverso la pittura. Qualche volta con la guida di un animale sciamanico, qualche volta attraverso la bellezza di piccoli oggetti quotidiani, e altre volte ispirata da oggetti che richiamano un significato religioso, che mi riportano all’infanzia e ad una certa sacralità dell’essere”.
 
Alla ricerca della casa perduta - spiega il curatore Antonio Bruno Umberto Colosimo - presenta l’ultima produzione della pittrice Simona Žilėnaitė ed è sostanzialmente un’indagine sullo spazio inteso come definizione, oltrepassamento e incessante ridefinizione di confini, fisici, pittorici, gnoseologici, psicologici, esistenziali. Nell’ambito di Catàgeios, la pittura di Žilėnaitė diventa metafora di quella ricerca di riferimenti mentali che determinano il costituirsi della stessa identità personale, collettiva e umana. Una ricerca che non può non tener conto della decadenza, della perdita, del dolore e della inesorabile ricostruzione”.

Le mostre avranno luogo a Palazzo Pingitore di Serrastretta, inaugureranno Sabato 8 Febbraio alle ore 17.30 e saranno aperte al pubblico anche Domenica 9 Febbraio dalle ore 10.30 alle ore 12.30. Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.pramantha.com e al numero 3281539434 (tel, SMS, Whatsapp, Telegram).

 
 
 
   
 
 
     
 
 
 
2020     CATÀGEIOS A SERRASTRETTA / KRISTINA KURILIONOK / AUKSĖ PETRULIENĖ  
 
   
 
 

Rassegna artistica a Serrastretta a cura di Pramantha Arte

Catàgeios. L'antro dell'artista - Le opere e i giorni

PITTURA / SCULTURA / FOTOGRAFIA / VIDEO / INSTALLAZIONI / PERFORMANCE

13 / 14 Giugno 2020
Kristina Kurilionok. Diventare albero
Auksė Petrulienė. Rabbia e protesta. Cambiamento

Palazzo Pingitore, Serrastretta (CZ), Italia


Riprende la rassegna artistica “Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni” a Serrastretta, dopo la sosta forzata causata dalla pandemia del COVID-19, con due artiste lituane e due mostre personali.
Mostra personale di Kristina Kurilionok dal titolo Diventare albero
Mostra personale di Auksė Petrulienė dal titolo Rabbia e protesta. Cambiamento

“Pittrice lituana, Kristina Kurilionok coniuga da sempre la sua ricerca pittorica all’indagine psicologica, attraverso un’intensa esplorazione di forme e colori che trovano nel corpo femminile - e nell’autoritratto - l’espediente soggettivo delle sue opere. Il risultato che ci giunge è una pittura visionaria, simbolica e fisiognomica che colloca il lavoro dell’artista in quel lungo solco dell’arte figurativa occidentale che, dal ‘500 fino ai nostri giorni, si caratterizza come pittura dell’introspezione; quel profondo solco che a partire da Leonardo, Bosch, passando per Goya, fino a Bacon ha indissolubilmente legato la rappresentazione alla ricerca della “verità” umana.

Con Diventare albero la pittura di Kristina Kurilionok si misura con la semplificazione e l’essenzialismo: un’insolita bicromia mette a tema il rapporto intimo tra psyche e natura e, questa volta, a fare da anello di congiunzione tra le due dimensioni è l’archetipo dell’albero. Simbolo assoluto di vita e conoscenza, rigenerazione e nutrimento, mistero e sacralità, l’albero entra nella scena pittorica dell’artista come irresistibile richiamo delle origini.

«Dal forte bisogno di riconnettermi con la natura - scrive Kristina Kurilionok -, ho iniziato il processo di diventare albero. Fin da bambina ho avuto un amico: l'albero. Quello che puoi abbracciare e che ti abbraccerà. Ciò che mi attirava era la sua forza. Quella forza che potevi sentire fluire nel tuo corpo. Stare sotto il mio albero significava sentire il piacere di essere. Essere parte della natura. Integralmente. Poi questa magica connessione è stata dimenticata e assorbita dalla velocità della vita».

Il lavoro di Kristina Kurilionok intercetta uno dei temi più urgenti dell’epoca contemporanea: il recupero del corpo e dei suoi attributi senzienti. Il recupero di un’appartenenza naturale ricercata come verità nascosta. E in questa bramosa ricerca - come scrisse Herman Hesse nel suo Il Canto degli alberi - gli alberi sono i predicatori piщ persuasivi. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche (…) non predicano dottrine, predicano la legge primigenia della Vita”.

“Artista singolare e di grande sensibilità sociale, sperimentatrice di tecniche e di linguaggi mediatici, laureata in Grafica e Tecniche di stampa, con un dottorato in Progettazione Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Vilnius, oggi anche docente di Tecniche e Tecnologie di Stampa presso l’Istituto di Grafica Artistica di Kaunas, membro dell’Associazione Artisti Lituani e artista Pramantha dal 2009, Auksė Petrulienė - spiegano i curatori - è famosa per aver inventato lo Psilicone Theatre: una particolare performance che - rielaborando l’eredità del movimento artistico americano Fluxus fondato nel 1961 dall’artista lituano George Maciunas - coinvolge il teatro, la video-proiezione, una particolare tecnica di stampa-scultura, l’interazione tra musica, parola, fonetica e racconto visivo”.

“In questa occasione - continuano i curatori - Auksė Pertrulienė porta in Pramantha un’installazione di disegni legata ad una contestazione politica a difesa dell’ambiente, iniziata lo scorso 2017, quando l’artista, insieme al fotografo Darius Petrulis, scesero in strada iniziando un’azione di protesta a cui aderirono molti cittadini della città di Kaunas per fermare quella che fu definita “la guerra degli alberi” nella speranza di interrompere l’abbattimento ingiustificato di Ippocastani in nome di una barbara “riqualificazione” urbana, votata alla cementificazione a scapito della vivibilità, come spesso accade nell’impiego scellerato dei fondi pubblici in questi casi. Nel dicembre del 2018, le fotografie di quella protesta vennero installate lungo quelle stesse strade a memoria della battaglia svolta che - seppur non risolutiva - ottenne qualche risultato”.

“I disegni - spiega l’artista - nacquero un anno dopo la drammatica "guerra degli alberi" di Kaunas, quando il comune iniziò a tagliare massicciamente gli alberi delle città, sfidando le proteste dei cittadini. Nell’Agosto del 2017 abbiamo trascorso due settimane a proteggere un vicolo di 217 ippocastani. I disegni sono la testimonianza delle esperienze che abbiamo affrontato lì. Sono la testimonianza della verità. Testimonianza del male accaduto, del crimine commesso. Abbiamo visto il grottesco da molto vicino; non si è trattato solo della caduta di grandi vecchi alberi, ma anche della caduta dei diritti umani e delle autorità municipali, che hanno mostrato il loro potere e le loro disgustose bocche di menzogna”.
“La vicenda degli alberi lituani - concludono i curatori - e la reazione di Auksė Petrulienė, rappresentano in Catаgeios l’emblema di un richiamo alla responsabilità civile e artistica rispetto ai soprusi di un sistema culturale gretto, che in nome della speculazione è pronto a distruggere quell’umanità e quella naturalezza che solo una città pensata per la vita può ancora mantenere. Rabbia e Protesta. Cambiamento diventa per noi - grazie ad Auksė e alle sue impressionanti creazioni - l’occasione di riappropriarci di parole e di azioni spesso disintegrate dalla retorica e dall’astrazione dell’attualità in materia ambientale”

Le mostre avranno luogo a Palazzo Pingitore di Serrastretta, inaugureranno Sabato 13 Giugno alle ore 17.30 e saranno aperte al pubblico anche Domenica 14 Giugno dalle ore 10.30 alle ore 12.30. Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.pramantha.com e al numero 3281539434 (tel, SMS, Whatsapp, Telegram).

 
 
 
   
 
 
     
 
     
 
 
 
2020     CATÀGEIOS A SERRASTRETTA / LEO RAY / EFTICHIA TZANETOULAKOU / GILIJA ŽUKAUSKIENĖ  
 
   
 
 

Rassegna artistica a Serrastretta a cura di Pramantha Arte

Catàgeios. L'antro dell'artista - Le opere e i giorni

PITTURA / SCULTURA / FOTOGRAFIA / VIDEO / INSTALLAZIONI / PERFORMANCE

27 / 28 Giugno 2020
Leo Ray. Il mio giorno, la mia notte
Eftichia Tzanetoulakou. Intrecci
Gilija Žukauskienė. Flesh’sing

Palazzo Pingitore, Serrastretta (CZ), Italia


In arrivo a Palazzo Pingitore di Serrastretta (CZ) un nuovo ricco appuntamento di fine settimana con l’arte: pittura, fotografia, grafica digitale e video-performance. Tre artisti, due mostre personali e un video: il pittore israeliano di origini lituane Leo Ray con Il mio giorno, la mia notte; l’artista grafica greca Eftichia Tzanetoulakou con Intrecci; la filosofa/performer lituana Gilija Žukauskienė con Flesh’sing. L’evento continua la presentazione a Serrastretta della rassegna artistica internazionale Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni, organizzata da Pramantha Arte, a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo.

“In questa occasione - dichiarano i curatori - le dimensioni artistiche a confronto mettono insieme tre sensibilità, tre diversi modi di utilizzare il linguaggio visivo, tre diversi modi di frequentare l’azione creativa: un approccio esistenziale nella pittura di Leo Ray, un approccio indagatorio nelle immagini di Eftichia Tzanetoulakou, un approccio esperienziale nella danza-performance di Gilija Žukauskienė”.

“Tra disegni e dipinti, Il mio giorno, la mia notte - specificano ancora i curatori - è una mostra che racconta l’avventura dell’arte come avventura del quotidiano esistere. Una trama di caratteri e caricature, di contingenze e situazioni, di percezioni e stati emotivi, di idee e pensieri, in ultimo, di segni e pennellate che popolano e scandiscono l’immaginario pittorico di Leo Ray.
Intrecci si presenta come metafora visiva di un’atavica ricerca del senso e del principio che in Eftichia Tzanetoulakou trova la sua soluzione in immagini monocromatiche in cui la forza rivelatrice del bianco e nero, la sovrapposizione delle trame e dei soggetti, il contrasto dei piani, delle forme e dei volumi, suggeriscono l’intuizione del collante invisibile dell’intera realtà, il punto di contatto dell’esistenza: il legame. Quel mezzo di unione e congiunzione che lega ogni essere umano alla terra che lo ha generato, agli avi che lo hanno preceduto, all’attualità che lo ospita. Quel legame fatto di sensi, emozioni, palpitazioni; luce, aria, terra.
Flesh’sing è il progetto dall’artista e filosofa lituana Gilija Žukauskienė, che da anni incentra la sua ricerca sul potere trasformante del movimento e sul fondamentale ruolo del corpo nella conoscenza, nell’esistenza e nelle relazioni. In quest’ottica la capacità umana di modellarsi in spazi sociali e culturali si collega direttamente al potere della plasticità del corpo umano e ad una riappropriazione di esso.

Le mostre e la proiezione avranno luogo a Palazzo Pingitore di Serrastretta, inaugureranno Sabato 27 Giugno alle ore 18.00 e saranno aperte al pubblico anche Domenica 28 Giugno dalle ore 18.00 alle ore 20.00. Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.pramantha.com e al numero 3281539434 (tel, SMS, Whatsapp, Telegram).

 
 
 
   
 
 
     
 
     
 
     
 
     
 
 
 
2020     CATÀGEIOS A SERRASTRETTA / VIDAS POŠKUS / AMÉLIE WALDBERG  
 
   
 
 

Rassegna artistica a Serrastretta a cura di Pramantha Arte

Catàgeios. L'antro dell'artista - Le opere e i giorni

PITTURA / SCULTURA / FOTOGRAFIA / VIDEO / INSTALLAZIONI / PERFORMANCE

11 / 12 Luglio 2020
Vidas Poškus. La testa di Siemienovic
Amélie Waldberg.  La Regina del Sabba
pittura / fotografia / cortometraggio - inaugurazione Sabato ore 18.00

Ecomorfosi e Amélie Waldberg. Libertà sonore
suoni / canti / incanti - concerto Domenica ore 18.30

Palazzo Pingitore, Serrastretta (CZ), Italia

Quinto appuntamento espositivo del progetto artistico Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni il prossimo Sabato 11 Luglio a Palazzo Pingitore di Serrastretta, con le mostre personali dell’artista lituano Vidas Poškus dal titolo La testa di Siemienovic, e dell’artista francese Amélie Waldberg dal titolo La Regina del Sabba, a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo.

Docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Vilnius, storico e critico d’arte impegnato in studi sul Rinascimento e sul Barocco, curatore e direttore dello spazio espositivo Krematorium, Vidas Poškus - dichiarano i curatori - arriva in Catàgeios con una produzione pittorica dirompente e, paradossalmente, antiaccademica.

In bilico tra il realismo e il surrealismo, la sua pittura restituisce lo sguardo attento di un animo ipersensibile. Dotato di un occhio interiore quasi fotografico, Vidas Poškus restituisce le sue impressioni su tela trasformando ogni elemento del mondo che lo circonda (paesaggi, architetture, persone, azioni, oggetti, eventi) in racconti di istanti emozionali.

Il piccolo formato, il colore intenso e deciso, le pennellate istintive, le scene di vita narrate, le inquadrature, le ambientazioni, i volti, le espressioni, gli umori diventano memorie visive di un viaggio nell’umano. Un viaggio in cui il caso, la natura e la cultura si fondono insieme e prendono la forma dicartoline. Cartoline di vita che l’artista indirizza al mondo, senza altre pretese se non quella di testimoniare, giorno per giorno, il suo personale punto di vista. Come in un diario. Il diario di un romantico che esplode di sentimenti e intuizioni, e che non rinuncia a quell’orizzonte di senso umano entro cui è possibile interpretare il mondo”. 

“Pittrice, performer, fotografa, regista, visionaria, - spiegano i curatori - Amélie Waldberg festeggia i dieci anni di attività in Italia con un lavoro intenso, pungente, puro, crudo e di estrema attualità. La Regina del Sabba rappresenta l’evoluzione e la maturazione di una indagine psicoscopica che vede l’artista impegnata da sempre nell’analisi della rappresentazione della figura femminile nella cultura e nella società occidentale. Il risultato che Amélie Waldberg restituisce è una sorta di iconografia contemporanea stretta nella morsa tra sacro e profano; una creazione estetica che - partendo dall’analisi simbolica di Barbie nel 2006, passando per l’evocazione mitica di Lilith nel 2011 - giunge oggi con gli ultimi lavori ad affrontare la tragica figura della strega.

“Nel folklore europeo - spiega l’artista - si chiamano sabba le assemblee notturne di streghe che davano luogo a banchetti, cerimonie pagane o anche orge, tenute in un luogo deserto spesso elevato, in cui il culto reso al diavolo, le danze e le orge ricordano quelle dell’antichità pagana. La domanda che mi pongo è: come ha fatto la strega a diventare un oggetto pop, familiare e a tratti simpatico quando migliaia di donne sono state perseguitate, torturate e giustiziate con l’accusa di stregoneria per secoli? La figura della strega si mostra allora nella sua drammatica ambivalenza: essa è al tempo stesso la vittima assoluta, quella per la quale si chiede giustizia, e la ribelle ostinata e sfuggente da annientare e sottomettere. La Regina del Sabba affronta questa figura con una mostra fotografica e un cortometraggio che racconta di una donna rinchiusa in una cella per stregoneria, che fuggirà grazie alla sua forza psichica o forse grazie alle sue doti di strega. Sarà lo spettatore a scegliere tra magia e realtà”.

“La Regina del Sabba - continuano i curatori - non è una semplice mostra. È l’attraversamento di una mentalità. È lo smascheramento di un retaggio gretto, dannoso e ancora possentemente vivo, che nel contesto di Catàgeios assume la valenza di un combattivo inno alla libertà, alla sensualità e alla conoscenza, incarnati proprio da quella figura femminile tanto disprezzata, odiata e costantemente soggetta a canoni di asservimento etico, estetico ed esistenziale.

E sul filo sottile che lega i mondi espressivi dei due artisti e l’ambiente storico-culturale di Serrastretta si inserisce il gruppo musicale ECOMORFOSI, che Domenica 12 Luglio alle ore 18.30 - insieme all’artista Amélie Waldberg – trasfigureranno le immagini in mostra in suggestivi percorsi sonori.

Le mostre e la proiezione avranno luogo a Palazzo Pingitore di Serrastretta, inaugureranno Sabato 11 Luglio alle ore 18.00 e saranno aperte al pubblico anche Domenica 12 Luglio dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.pramantha.com e al numero 3281539434 (tel, SMS, Whatsapp, Telegram).

 
 
 
 
 
 
     
 
     
 
     
 
     
   
     
 
     
 
 
 
2020     CATÀGEIOS A SERRASTRETTA / FRANCESCO M. CABERLON / ALBERTO DAL BO' / GABRIELĖ LABANAUSKAITĖ  
 
   
 
 

Rassegna artistica a Serrastretta a cura di Pramantha Arte

Catàgeios. L'antro dell'artista - Le opere e i giorni

PITTURA / SCULTURA / FOTOGRAFIA / VIDEO / INSTALLAZIONI / PERFORMANCE

25 / 26 Luglio 2020
Francesco Maria Caberlon. Lacerazioni
Alberto Dal Bo'.  ExLoco - Altre dimensioni
Gabrielė Labanauskaitė.  De Solitude

pittura / fotografia / installazione / video - inaugurazione Sabato ore 18.00

Palazzo Pingitore, Serrastretta (CZ), Italia

Il Progetto Catàgeios. L’antro dell’artista - Le opere e i giorni, a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo, continua a Palazzo Pingitore di  Serrastretta (CZ) con Lacerazioni, mostra personale dell’artista italiano Francesco Maria Caberlon, ExLoco. Altre dimensioni, mostra personale del giovane architetto Alberto Dal Bo’ e Gabriele Labanauskaite con la video performance De Solitude.

Due mostre e un video che evidenziano la capacità dei media e delle nuove tecnologie grafiche digitali di manipolare la realtà e incidere in modo persuasivo (e pervasivo) sulla percezione che della stessa ne ha il pubblico, sia nel suo ruolo di “consumatore” sia nel suo ruolo di “nutrimento/serbatoio” di un sistema utilitaristico e liberista che ha fatto dell’ingiustizia sociale e della disuguaglianza economica la base strutturale del mondo attuale. Un mondo in cui i popoli sono impoveriti, sfruttati e assoggettati insieme alle risorse del pianeta. Una condizione di invivibilità che sembra essere accettata passivamente, come una volontaria sottomissione.

“Da sempre votato all’esplorazione sperimentale dei linguaggi mediatici - si legge nella nota dei curatori -, Francesco Maria Caberlon ha sviluppato negli anni una ricerca pittorica in cui analizza l’influenza e la sedimentazione della pubblicità e delle arti applicate nell’immaginario e nella vita dell’individuo contemporaneo, recuperando una figurazione neo-pop legata alla decorazione e al design postmoderno, e manifestando uno spirito dada. 

Con 21 lavori su carta, Lacerazioni si presenta come la decostruzione visuale del turbine comunicativo a cui ogni soggetto è sottoposto nella società mediatica. Il supporto leggero della carta si fa scenario di drammatiche, poetiche e satiriche trame psicologiche, in cui al centro si trova l’individuo nelle sue elementari componenti percettive e riflessive, dove convergono sensazione, memoria, istinto, ragione, cultura, in una parola, quell’immaginario che costituisce l’identità di ciascuno. Pittura, disegno, collage, segni decifrabili e indecifrabili, parole compiute e incompiute, gesti decisi e indecisi si mescolano in una costruzione dinamica che nell’oggettualità dell’opera si configura quasi come una orgiastica fenomenologia della soggettività”.

“Lacerazioni - dichiara l’artista - è una sorta di strappo interiore dove certe memorie storiche (intendendo il termine non nel senso di storicistico, ma proprio nel senso più ampio di memoria, di ricordi), affiorano proprio quando sei davanti alla tela, nel pieno processo creativo. Ricordi che sono frammenti o episodi legati alla mia formazione personale e artistica, quindi legati alla cultura, alla letteratura, alla filosofia, all’arte, ma anche a una cultura più spicciola come la pubblicità, un certo tipo di musica, alcuni jingle, immagini televisive, momenti dell’infanzia. E allora strutturare l’opera diventa un evocare e mescolare volutamente tutti questi aspetti insieme, in una sorta di commistione tra sacro e profano, tra immagini, per così dire, alte, e immagini irrilevanti sotto il profilo artistico che a volte sconfinano nella categoria del Kitsch, me che per la mia operazione artistica diventano linfa e nutrimento essenziale.”

Lacerazioni in Catàgeios - sottolineano i curatori - diventa una testimonianza di vigilanza critica e di anarchismo intellettuale; una pratica di rottura semantica e comportamentale rispetto a un sistema “culturale” contemporaneo che si serve del linguaggio mediatico per occupare l’immaginario di ciascuno e ridurre la complessità del reale. Lacerazioni in Catàgeios è l’antidoto estetico-politico all’omologazione.

Con ExLoco. Altre dimensioni, in Catàgeios si affronta il tema delle antiche architetture dei centri storici dei piccoli paesi dell’area mediterranea e, quindi, dello stesso catuaiu.

Architetto di giorno e musicista la notte, Alberto Dal Bo’ si è laureto in “Architettura per il nuovo e l’Antico” presso l’università Iuav di Venezia nel 2016, e su tali tematiche, presso il dipartimento di Architettura Costruzione e Conservazione dello Iuav, ha partecipato alla ricerca “Borghi rurali antichi dell’area mediterranea: conoscenza, conservazione, riuso e valorizzazione”. È ideatore e coordinatore dell’associazione exLoco, impegnata nella definizione di strategie di cooperazione e nella divulgazione di pratiche virtuose di “resilienza” delle comunità rurali

“In questa occasione - dicono i curatori - Alberto Dal Bo’ porta in Pramantha Arte un’installazione di pannelli che sintetizzano anni di ricerca sui concetti di forma, spazio e rapporto: una raccolta di strumenti competitivi legati al tema della risoluzione di forme compiute nello spazio.
È un lavoro che produce tre singoli capitoli: Idee, Forme, Spazi; momenti di un unico racconto dal nome “exLoco, Altre dimensioni”, parte del più ampio manifesto “exLoco. A partire dal Luogo”.

Spiega l’artista: “Un sistema - secondo la teoria della composizione nell’architettura greca - è identificabile come un composto di relazioni logiche tra spazi, articolati in pieni e vuoti, formati da elementi minimi. Questa, come è facile intuire, è la tessitura su cui si fonda gran parte del mondo che conosciamo. La matita, il pennello e lo scalpello sono gli strumenti fisici adoperati per creare la forma fisica, così come la modellazione crea quella digitale.
Con gli strumenti concettuali e operativi accennati è possibile osservare la matericità dell’architettura costruita da un nuovo punto di vista. Sia come elemento simbolico di un sistema formale complesso, sia come sistema complesso di elementi forme e materie semplici in relazione tra loro.”

Elemento, superficie, volume, spazio, sistema, sono quindi una raccolta di codifiche formali, applicate in esempi concreti, ordinano la forma elementare dell’Architettura dagli elementi minimi fino al rapporto tra sistemi spaziali stratificati. Questi sono un sistema di regole base con le quali i fruitori possono confrontarsi nella realizzazione di una Forma.

“Nato dalla collaborazione tra gli Avaspo e gli scenografi e videomakers francesi Nicolas Perge e Raphaël Dupont - spiegano i curatori - De Solitude è il video derivato da una performance/istallazione unica e irripetibile, avvenuta il 18 giugno 2011 nell’ambito del festival “Tebūnie Naktis” di Vilnius. Pensato come connessione tra performance, musica e poesia, De Solitude decostruisce il rapporto artista-spettatore, utilizzando la forma del concerto per indagare l’attuale fenomenologia dello spettacolo.

La storia. Presa nel suo desiderio narcisistico come un ragno nella sua ragnatela, una cantante si sforza di appagare un pubblico che non potrà mai raggiungere, perché chiusa in uno spazio delimitato da pareti costruite con specchi unidirezionali: la propria immagine riflessa impedisce all’artista di vedere il pubblico che intanto vaga liberamente intorno alla scena in un area immersa nell’oscurità. Viene così a delinearsi un singolare spazio di esclusione, separazione e, infine, isolamento, in cui il rapporto pubblico-attore è destabilizzato. Chi si esibisce non può sottrarsi alla scatola, allo sguardo degli spettatori e alla propria immagine riflessa; e, soprattutto, in nessun momento sa se il pubblico lo sta guardando, se apprezza la sua musica e lo applaude. E’ in questo spazio che si manifesta la solitudine.

De Solitude - continuano i curatori -  è uno spaccato dell’odierno vivere  quotidiano, dove il ruolo dell’esibizione, delle immagini e dell’esposizione mediatica sostituisce il ruolo concreto delle azioni e delle interazioni.  È uno spaccato della società contemporanea dove le dinamiche dello spettacolo sono penetrate nelle più essenziali modalità relazionali tra gli individui, innervandone tutti gli ambiti: personale e pubblico; economico e politico; etico ed estetico. Nella realtà concreta come nella realtà virtuale. Il cui unico spazio di distinzione sembra essere proprio lo spazio della solitudine. 

Con Gabrielė Labanauskaitė nel ruolo di performer e autrice di De Solitude,  Catàgeios affronta lo stato di alienazione dell’uomo contemporaneo schiacciato dalla sua stessa immagine e imprigionato dal suo stesso bisogno di affermazione narcisistica, ed invita ad un’azione di coraggio: superare il gioco dello spettacolo per riappropriarsi del gioco della vita.

Le mostre e il video - a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo - avranno luogo a Palazzo Pingitore di Serrastretta, inaugureranno il prossimo Sabato 25 Luglio alle ore 18.00 e saranno aperte al pubblico anche Domenica 16 Luglio dalle ore 18.00 alle ore 20.00.

Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.pramantha.com e al numero 3281539434 (tel, SMS, Whatsapp, Telegram).

 
 
 
   
 
 
     
 
     
   
     
 
 
 
2020     CATÀGEIOS A SERRASTRETTA / AISTĖ GABRIELĖ ČERNIŪTĖ / INDRĖ ERCMONAITĖ / SALVATORE PUJIA  
 
   
 
 

Rassegna artistica a Serrastretta a cura di Pramantha Arte

Catàgeios. L'antro dell'artista - Le opere e i giorni

PITTURA / SCULTURA / FOTOGRAFIA / VIDEO / INSTALLAZIONI / PERFORMANCE

8 / 9 Agosto 2020
Aistė Gabrielė Černiūtė. Viaggio nella testa
Indrė Ercmonaitė. Perdonami
Salvatore Pujia. Uranos
pittura - inaugurazione Sabato ore 18.00

Palazzo Pingitore, Serrastretta (CZ), Italia

La rassegna Catàgeios. Lantro dellartista - Le opere e i giorni, organizzata da Pramantha Arte, a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo, termina il suo ciclo espositivo a Palazzo Pingitore di Serrastretta (CZ) con tre mostre di pittura: Viaggio nella testa dell’artista lituana Aistė Gabrielė Černiütė, Perdonami dell’artista lituana Indrė Ercmonaitė, Uranos dell’artista italiano Salvatore Pujia.

“Le tre mostre presentate - precisano i curatori - mettono a confronto tre diversi linguaggi creativi consentendo una ulteriore esplorazione delle infinite possibilità espressive della pittura. La pitto-scultura di Aistė Gabrielė Černiūtė immerge nella drammatizzazione psicologica e assume una forma teatrale; l’informale dadaista di Indrė Ercmonaitė deborda il concetto di rappresentazione e si confronta con l’inesauribile potenza del processo creativo; la poesia visiva di Salvatore Pujia rimanda inevitabilmente all’intuizione estetica del tutto”. 

“La pittura di Aistė Gabrielė Černiūtė - precisano ancora i curatori - si configura come un laboratorio sperimentale e un punto di osservazione della psyche umana. La materia è plasmata da un’incessante ricerca di senso e da un forte bisogno narrativo: teatro e poesia, commedia e tragedia, realismo e surrealismo, gesto e figura danno vita a intense opere plastiche la cui chiave d’accesso è l’io e le sue metamorfosi. Volti marcati, espressioni smarrite, figure incastrate, teste volanti, azioni interrotte. Viaggio nella testa diventa così profonda interrogazione esistenziale.

Perdonami di Indrė Ercmonaitė è una mostra dai toni energici e possenti. Una selezione di dodici tele in cui è possibile rintracciare tutta l’originalità, l’ironia, la spregiudicatezza, l’irriverenza, ma anche il dramma, la schiettezza e la genuinità di un’artista che vive il suo rapporto con la pittura quasi in termini amorosi. Una relazione vitale che diventa essa stessa movente e oggetto d’indagine pittorica.  

Con Salvatore Puija, invece, protagonista indiscussa di Uranos è la luce. Un viaggio nelle possibilità del colore accompagna intimi racconti di un sentire vibrante. Linee sottili e figure accennate si intersecano nelle trame di informali paesaggi cromatici. La forza dei contrasti si combina con la lievità della visione, e un sapore fiabesco e un’energia infantile rimandano al vero possibile senso dell’esperienza estetica: l’arte come origine”.

Le mostre - a cura di Antonio Bruno Umberto Colosimo e Maria Rosaria Gallo - avranno luogo a Palazzo Pingitore di Serrastretta, inaugureranno il prossimo Sabato 8 Agosto alle ore 18.00 e saranno aperte al pubblico anche Domenica 9 Agosto dalle ore 18.00 alle ore 20.00.

Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.pramantha.com e al numero 3281539434 (tel, SMS, Whatsapp, Telegram).

 
 
 
 
 
 
     
 
 
 
         
   
      arte@pramantha.com